Smascherati i falsi pannelli solari: 6mila truffati, come proteggersi ora

Un gruppo di procacciatori ha convinto migliaia di risparmiatori a versare denaro promettendo guadagni legati a impianti fotovoltaici che in realtà non esistevano. Le vittime, molte delle quali residenti in diverse regioni d’Italia, credevano di noleggiare pannelli collocati all’estero e di ricevere rendimenti periodici in una valuta interna chiamata “energy point”. L’operazione delle forze dell’ordine ha però smascherato una struttura che funzionava come un classico schema di rimborso con i soldi dei nuovi investitori, e che ha lasciato centinaia di persone senza il capitale investito. Un quadro che mette in luce come la retorica della transizione energetica possa diventare copertura per pratiche finanziarie fraudolente.

Come operava la rete e perché molti hanno abboccato

La truffa si basava su una proposta semplice e rassicurante: investire in energie rinnovabili senza dover installare nulla in casa. I procacciatori spiegavano che i pannelli fotovoltaici erano collocati in Paesi con elevata resa energetica e che i profitti sarebbero arrivati regolari, sotto forma di energy point convertibili in rendite. Per convincere, venivano mostrati grafici di produzione, storie di investitori che avevano ottenuto pagamenti iniziali e contratti con vincoli pluriennali che impedivano il ritiro immediato dei fondi. Questo meccanismo ha creato fiducia e passaparola, fondamentali per il reclutamento a catena.

Secondo le ricostruzioni investigative, il sistema presentava tutti i tratti di uno schema Ponzi: i primi rendimenti erogati provenivano dai soldi dei nuovi ingressi, non da profitti reali. La leva finanziaria era amplificata dal vincolo triennale sulle somme investite e da incentivi economici rivolti a chi portava nuovi clienti. Un dettaglio che molti sottovalutano è la difficoltà di verificare la reale esistenza degli impianti all’estero, soprattutto quando le informazioni di gestione sono vaghe o fornite solo oralmente.

Le indagini hanno portato al sequestro di conti correnti e piattaforme correlate e alla scoperta di asset come criptovalute, dispositivi elettronici e beni di valore. Nel complesso sono emersi numeri significativi: migliaia di investitori coinvolti e un volume finanziario consistente che ha reso la frode particolarmente estesa e strutturata.

Guardia di Finanza smaschera i falsi pannelli solari: 6mila truffati, come proteggersi ora
Guardia di Finanza smaschera i falsi pannelli solari: 6mila truffati, come proteggersi ora – webofferte.it

Segnali d’allarme, controlli utili e come muoversi

Per ridurre il rischio di cadere in simili insidie bisogna saper riconoscere segnali concreti. Tra i campanelli d’allarme ci sono offerte di rendimenti troppo elevati rispetto al mercato, richiesta di pagamenti in punti o token difficili da liquidare e scarsa trasparenza su dove viene impiegato il capitale. È importante verificare la presenza di autorizzazioni e iscrizioni agli albi competenti, chiedere documentazione ufficiale sulle installazioni e sulle società coinvolte e controllare la tracciabilità dei pagamenti su conti intestati a soggetti riconoscibili.

Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la pressione psicologica del procacciatore: spesso si usa la fretta o l’incentivo a portare altri investitori per amplificare la diffusione dell’offerta. Per questo motivo è utile consultare un consulente indipendente o rivolgersi a sportelli di tutela dei consumatori prima di impegnare somme importanti. Conservare copie dei contratti e delle comunicazioni, annotare nomi e riferimenti e verificare periodicamente lo stato dei pagamenti sono precauzioni concrete.

Quando si sospetta una frode, la segnalazione alle autorità competenti e alle associazioni di consumatori aiuta a mettere sotto monitoraggio conti e piattaforme. Le recenti operazioni di sequestro mostrano che le forze dell’ordine possono recuperare documenti e bloccare flussi, ma la restituzione delle somme agli investitori dipende dalle attività civili e penali successive. Alla fine resta la necessità di diffidare delle promesse facili e di preferire strumenti finanziari con elevata trasparenza e tutele regolamentari, evitando di affidare risparmi a circuiti non verificati.