Parcheggi, scendi dall’auto e la prima immagine che resta impressa è quella della cupola e dei portici che emergono dalla massa verde delle montagne: l’aria è più fresca, il traffico è un ricordo e il paesaggio chiude il cerchio attorno al silenzio. A poco più di due ore e mezza da Milano, lungo una strada che sale da Biella, si trova un complesso religioso che combina architettura, devozione e natura in modo concreto e misurabile. Il luogo non è solo un monumento da fotografare: è uno spazio costruito e vissuto, dove ogni scala, ogni cortile e ogni cappella raccontano fasi diverse di un progetto durato secoli. Se si guarda dal piazzale si capisce subito che non si tratta di una “meta” qualsiasi, ma di un luogo che continua a influire sulla vita della comunità locale e dei visitatori.
Storia e struttura che si vedono camminando
Camminando tra i portici del complesso si riconoscono stratificazioni storiche e stilistiche: dal nucleo originario al vasto complesso barocco fino agli interventi ottocenteschi. Le origini sono avvolte nella tradizione: la figura di Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli, è legata alla nascita del culto e al piccolo sacello che rimane ancora oggi al centro dell’area più antica. Il cuore medievale, il Sacello Eusebiano, conserva affreschi e testimonianze di un culto che si è sviluppato per secoli attorno a una statua lignea. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio la sequenza degli interventi: ogni ampliamento rispondeva a esigenze pratiche oltre che devozionali, e questo spiega la compresenza di stili diversi.
Nel Seicento e nel Settecento la committenza sabauda sostenne lavori che trasformarono il sito in un complesso monumentale; architetti come Filippo Juvarra e Guarino Guarini sono associati a parti dell’apparato che vediamo oggi, soprattutto nei loggiati e nei prospetti. Il riconoscimento UNESCO del Sacro Monte ha poi portato attenzione internazionale al percorso devozionale che attraversa il bosco, composto da cappelle con gruppi scultorei e affreschi che raccontano episodi della vita mariana. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è il modo in cui la neve mette a fuoco volumi e prospettive: la lettura architettonica cambia con le stagioni.

La devozione: la Madonna che attrae pellegrini
Al centro della vita religiosa del complesso c’è la statua nota come Madonna Nera, una scultura gotica in legno di cirmolo che attrae pratiche devozionali radicate. La colorazione scura è il risultato di ossidazioni e fumo delle candele, ma attorno alla statua si sono accumulate credenze e racconti popolari che ne hanno rafforzato il ruolo simbolico. Le messe, le processioni e le pratiche individuali costituiscono l’ossatura della vita quotidiana del santuario; si tratta di rituali che mantengono legami con comunità locali e con pellegrini provenienti da tutto l’arco alpino.
La Basilica Antica, che custodisce il sacello e la statua, offre un’atmosfera raccolta e percettibile: gli affreschi trecenteschi e la cancellata barocca definiscono uno spazio intimo. Per rispondere al flusso crescente di fedeli fu costruita la Basilica Superiore, con una cupola alta oltre 80 metri e grande capienza per funzioni pubbliche e solenni. La pratica dell’Incoronazione della statua, celebrata con cerimonie che richiamano migliaia di persone, è un elemento che testimonia la continuità del culto: si tratta di momenti in cui devozione, identità locale e partecipazione collettiva si intrecciano in modo evidente. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la frequentazione regolare di famiglie e anziani, che mantengono gesti e rituali poco visibili al turista occasionale.
Percorsi, servizi e consigli pratici per la visita
Il sito è anche base per escursioni e attività all’aperto. Il Santuario è inserito nella Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte e da qui partono sentieri di varia difficoltà: dal percorso delle cappelle alle salite verso il Monte Mucrone o il Monte Camino. Per chi preferisce limitare la fatica, una funivia collega il complesso a quote superiori, consentendo di raggiungere punti panoramici senza lunghi tratti a piedi. Un dettaglio utile da sapere è che in diversi periodi dell’anno il servizio della funivia è sincronizzato con le attività sportive e con gli eventi locali, pertanto vale la pena verificare gli orari ufficiali.
A poca distanza si trovano anche il Giardino Botanico Montano di Oropa, gestito da associazioni ambientaliste e dedicato alla flora alpina, e l’Osservatorio Meteorosismico, che testimonia l’interesse scientifico per la montagna. Per raggiungere il santuario da Milano si percorre l’autostrada A4 fino allo svincolo per Santhià e quindi si prosegue verso Biella; in alternativa si può arrivare in treno fino a Biella San Paolo e prendere l’autobus di linea che sale fino al complesso. Consigli pratici: indossare scarpe adatte, portare un capo caldo per i cambi di quota e controllare gli orari delle funzioni se si vuole assistere alle celebrazioni. La vista dalla loggia sui versanti e sulla pianura padana è un ultimo richiamo concreto: è il tipo di immagine che resta nella memoria di chi torna a casa dopo la visita.